Il Gruppo Abele ha interpretato dal 1965 ad oggi l’essere cittadini a partire dalla strada.

Una strada che in questi anni ci ha parlato non solo di droghe, ma dei tanti volti, nessuno escluso, di chi fa più fatica: aids, alcolismo, immigrazione, carcere, prostituzione, senza fissa dimora, giovani disadattati, malattia mentale, solitudini diverse…

Rispondere a queste realtà con servizi di accoglienza (comunità residenziali, centri diurni, dormitori, servizi a bassa soglia e lavoro di strada) e domandarci il perché di queste ingiustizie con investimenti culturali diversi (riviste, casa editrice, proposte di formazione, prevenzione e di supporto educativo), è – da sempre – il metodo e la proposta del nostro “fare”: per promuovere quella pratica della cittadinanza attiva che trasforma la solidarietà in corresponsabilità degli uni per gli altri.

Denuncia e proposta, dunque, per un presente più giusto e un futuro migliore.

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