“INCONTRIAMOCI” – Margini di Coesione

4 Ottobre 2019, ore 9:00 – 13:00

La mattina del 4 Ottobre ci siamo dati appuntamento in una grande aula del Consorzio Sociale Abele Lavoro per confrontarci sulle esperienze vissute e maturate durante i tre laboratori di Cittadinanza Attiva nell’ambito del progetto Margini di Coesione, organizzati dal Consorzio Sociale Abele Lavoro, Fondazione Don Mario Operti e Associazione Sviluppo Falchera.

Un momento significativo di scambio di buone prassi sulla cittadinanza attiva attraverso l’orgoglioso racconto delle persone incontrate.

L’intervento di una signora pensionata che abita a Falchera ci descrive un quartiere “in cui si vive ancora un livello umano molto sentito e in cui ci si conosce un po’ tutti”. Le comunità che vivono lì dimostrano un alto grado di partecipazione alle attività del quartiere. Sempre lei ci racconta di un giorno in cui mentre era impegnata a sistemare casa, all’improvviso è arrivata una vicina che le ha portato in dono un vassoio con del buon caffè e tanto di croissant. E che “quando esci per fare una commissione capita spesso di tornare dopo due ore perché per strada finisci sempre con l’incontrare un sacco di persone con cui poi ti fermi piacevolmente a chiacchierare”. Deduciamo che a FALCHERA si vive ancora quella dimensione bella, tipica del “paese”. Tra le iniziative più apprezzate ci sono la giornata degli aquiloni nella zona dei laghetti, i messaggi appesi dai bambini sull’albero dedicato alla memoria di Giovanni Falcone e il Teatro Arena Giovani… Questi giovani di cui tanto si parla, male alle volte, perché considerati troppo spesso come “svogliati”. Ma non è del tutto vero, perché ce ne sono tanti che si impegnano, che fanno volontariato e sono bravi ragazzi!… “ed è bello sentirli parlare sotto casa, perché in fondo stanno lì tra di loro e si divertono con poco. E va detto poi che Falchera prima era un quartiere di soli anziani, mentre ora piano piano si ripopola di nuova linfa vitale”.

Con un po’ di timidezza qualcun altro prende la parola, che diventa messaggio di stima e di affetto per le operatrici del progetto che hanno saputo instaurare con il gruppo un rapporto che “sa di libertà”. Perché in ogni incontro è stata praticata la “sospensione del giudizio”. E infatti qualcuno ci ha detto che la cosa bella è stata che “quando eravamo a scuola si dimenticavano i problemi, e poi si usciva con il sorriso e con una sensazione di tranquillità”. Con motivazioni e accenti differenti ogni persona è riuscita, all’interno di questo percorso, a “provarsi” in dinamiche di relazione basate sull’ascolto e sul rispetto reciproco, cercando di accorciare le distanze culturali.

Questo momento è stato anche l’occasione per discutere delle difficoltà del gruppo e delle criticità sulle quali serve lavorare per fare altri passi in avanti e migliorare i processi. I corsi sono piaciuti soprattutto per l’utilità e l’impatto che hanno avuto sulla quotidianità di ogni partecipante. I momenti di aggregazione sono stati vissuti appieno e apprezzati da tutti. C’è chi desidera partecipare a corsi ancora più professionalizzanti, perché si ha ancora tanta voglia di imparare. La lingua italiana, per esempio. Anche solo per essere in grado di rispondere ai messaggi telefonici o ancor di più per dialogare con gli insegnanti dei propri figli, senza dover dipendere dall’intermediazione dei ragazzi che riportano loro, una volta tornati a casa, quanto detto a scuola.

Il passaparola per fortuna ha viaggiato sulle vie dei bei racconti e tanta gente è salita a bordo così, scoprendo il significato e il valore di questo bel concetto: “cittadinanza attiva”. Praticando la collaborazione. Favorendo la coesione. In buona sostanza un po’ tutti hanno riconosciuto il valore del “fare rete”.

Al termine dell’incontro non è mancato un piccolo momento di festa, un pranzo tutti insieme: le operatrici e questo grande gruppo, che con un pizzico di orgoglio, possiamo definire di CITTADINI ATTIVI. Ci siamo festeggiati con sorrisi, abbracci, foto di gruppo e gli immancabili selfie. E con un grande arrivederci…

Per un approfondimento sul progetto MARGINI DI COESIONE

Grazie all’esperienza nel carcere di Vallette e nelle periferie, il Consorzio Sociale Abele Lavoro e i suoi partner hanno avuto l’occasione di ascoltare e capire quali siano le urgenze dei familiari dei detenuti rispetto ai temi casa, lavoro, relazioni della popolazione all’interno delle circoscrizioni 5, 6 e 7.

Con Margini di Coesione s’intende offrire a tutta la cittadinanza interessata la possibilità di partecipare a un progetto innovativo, che permette alle persone di individuare e dar gambe a risposte ai loro bisogni.

Margini di Coesione è un progetto del Consorzio Sociale Abele Lavoro in partnership con Eta Beta SCS, Inforcoop, Fondazione Operti, Comitato per lo Sviluppo della Falchera, Associazione Afaq, Associazione Islamica delle Alpi, Casa Circondariale di Torino e UEPE.

AxTO – Azioni per le periferie torinesi

Programma per la riqualificazione e la sicurezza delle periferie

MARGINI DI COESIONE Risposte e soluzioni ai problemi e bisogni del territorio: informazione, incontri, formazione

Margini di Coesione è un progetto che parla a tutti favorendo inclusione e cittadinanza consapevole; chi partecipa è protagonista, fa rete, porta idee concrete e risolve problemi.

Grazie all’esperienza nel carcere di Vallette e nelle periferie, il Consorzio Sociale Abele Lavoro e i partner hanno avuto l’occasione di ascoltare e capire quali siano le urgenze dei familiari dei detenuti e della popolazione delle circoscrizioni 5, 6 e 7: casa, lavoro e relazioni.

Con Margini di Coesione s’intende offrire a tutta la cittadinanza interessata la possibilità di partecipare a un progetto innovativo, che permette alle persone di individuare a dar gambe a risposte ai loro bisogni.

Per questo motivo Margini di Coesione incontra i beneficiari sia all’interno del carcere e dell’Ufficio Esecuzione Penale Esterna (UEPE) sia sul territorio.

All’interno del Carcere/UEPE:

  • presenza di un operatore nella sala d’attesa per informare sui temi quali casa e lavoro e per sostenere i familiari in quella delicata situazione;
  • incontri specifici dedicati ai detenuti per il miglioramento delle relazioni familiari.

Sul territorio delle Circoscrizioni 5-6-7:

  • incontri con la cittadinanza per comprendere problemi, difficoltà e cercare soluzioni;
  • eventi specifici con esperti per trovare suggerimenti e soluzioni ai problemi di casa-gestione finanziaria, lavoro e relazioni.

Ulteriori attività:

  • costruzione di un gruppo Telegram per informare costantemente su temi rilevanti (occasioni di lavoro, bandi per le case popolari, come aiutare i figli, ecc.);
  • formazione per le associazioni che lavorano in carcere e sui territori, per migliorare la qualità e pertinenza degli interventi.

Il progetto si realizza grazie alla collaborazione con la Casa Circondariale di Torino, UEPE, Eta Beta SCS, Inforcoop Lega Piemonte, Fondazione Don Mario Operti, Comitato per lo Sviluppo Falchera, Associazione AFAQ e Associazione Islamica delle Alpi.

Per ricevere informazioni specifiche e approfondimenti sulle attività si può scrivere una mail all’indirizzo: marginidicoesione@gmail.com

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